Rapporto sulla conferenza intergalattica di Bologna
scritto dall'Associazione Astronauti Autonomi


Si è tenuta in Italia, nei giorni 18 e 19 aprile, la seconda conferenza intergalattica dell’Associazione Astronauti Autonomi. Da tutta Europa, gruppi di Astronauti Autonomi sono calati sulla zodiacale città di Bologna, con l’auspicio di consolidare i loro progetti per l’esplorazione dello spazio su base comunitaria.
La maggior parte dei delegati ha soggiornato, per la prima sera, in una villa con vista sulla città. Si è poi scoperto che era la villa in cui Pasolini ha girato l’atroce "Salò o le 120 giornate di Sodoma" . Soltanto la stanchezza ci ha impedito di re-interpretare le scene preferite del film, con la rimarchevole eccezione di un membro di "East London AAA", che ha festeggiato con accanimento fino alle prime luci dell’alba (quanto a questo episodio, tuttavia, meno se ne parla meglio è).
Abbiamo trascorso una piacevole mattinata nei dintorni della villa, arrivando a conoscerci meglio l’uno con l’altro. Dopo un abbondante pranzo preparato da Andrea Mu B, ci siamo recati al Link per dare il via ai preparativi.
Il manifesto della conferenza era un poster patinato con testi dell’AAA tradotti in italiano sul verso. Altri materiali sono stati esposti, tra i quali " Il volo spaziale dall’A alla Z", di Disconaut AAA.
La conferenza è ufficialmente iniziata alle 16 con la registrazione degli ospiti: alcune delle migliori menti d’Italia, che avevano domande da porre e storie da raccontare. AAA Bologna aveva preparato un reader con traduzioni italiane dei testi letti alla conferenza.
Riccardo Balli (AAA Bologna) ha introdotto gli interventi e presentato l’evento. John Eden (Raido AAA) ha precisato alcune delle idee fondamentali per diventare astronauta autonomo.
Lola Chanel (AAA Vienna), in un intervento intitolato Tette nello spazio, ha parlato del ruolo (minimo e puramente formale) riservato alle donne nei programmi governativi di esplorazione spaziale: il suo intervento aveva come supporto illustrativo alcune copertine di Time Magazine.
Ewan Chardronnet (Rosko AAA) ha esposto l’ultimo grido in materia di strategie per l’azione ellittica.
Andi Freeman (Oceania AAA) ha presentato un estratto dall’opera "Filmare oggetti di grandi dimensioni nel cielo", nella quale ha violentemente preso d’assalto l’inconsistente arrendevolezza "post-moderna" e ha proposto alcune vie per il progresso che di quell’arrendevolezza possono fare a meno.
L’intervento successivo è stato quello di un rappresentante dei Men in Red, raggruppamento romano di ultra-sinistra che, la settimana precedente, aveva fatto incursione in una conferenza ufologica. Il loro intervento aveva come oggetto le loro teorie in favore di un’alleanza con gli alieni al fine di demolire il capitalismo, ma è presto degenerato in un tiro al bersaglio sull’AAA e sul nostro presunto esodismo e riformismo. Tutto ciò ha suscitato nei membri italofoni dell’AAA un’irritazione non disgiunta dal divertimento, e ne è conseguito un acceso dibattito: si è comunque deciso di riprendere la discussione in un secondo momento (e possibilmente di tradurla).
Dopo la pausa prevista, Neil (Disconaut AAA) ha presentato un resoconto degli avvenimenti scientifici, politici e culturali che hanno avuto luogo nella corsa allo spazio dall’ultima conferenza ad oggi.
Konrad Becker (AAA Vienna), ha parlato di Harry Houdini, di Magya (Magick), e Jason Skeet (Inner city AAA) ha presentato un aggiornamento psicogeografico sull’avanzamento dei lavori per la stazione di lancio di Grub Street.
Andrea Mu B (Aaa Trento) ha avanzato una critica al paradigma scientifico dominante. Infine, Patric O’Brien (East London AAA) ha concluso raccontando dell’imminente evento "Reclaim the streets" e delle connessioni con Giordano Bruno.
E ‘ poi ricominciato seriamente il dibattito con i Men in Red.
Riccardo ha fatto del suo meglio per tradurre, nonostante l’atmosfera si fosse surriscaldata. Fondamentalmente, la posizione dei MIR sembra sostenere che l’umanità è macchiata congenitamente dal "microfascismo", e lo porterà con sé nello spazio, a meno che prima non si distrugga il capitalismo.
Il loro obiettivo prioritario è unirsi agli alieni e combattere la rivoluzione sulla terra. A questa posizione, le obiezioni più ovvie da sollevare sono:
  1. Perché aspettare l’arrivo degli alieni quando possiamo costruire le nostre navi spaziali e andare a trovarli?
  2. Perché postulare che qualche creatura di "altra" specie debba aiutarci quando possiamo liberarci con le nostre forze? (E perché postulare che gli alieni abbiano le stesse idee degli Autonomi italiani ?)
  3. Perché introdurre nel dibattito idee come quella di Microfascismo, dannosa quanto il concetto cristiano di Peccato Originale?
Facciamo i migliori auguri ai MIR per il loro lodevole sforzo mirato a introdurre la coscienza di classe nel nebuloso mondo dell’Ufologia, nonostante l’incoerenza delle loro posizioni sull’esplorazione indipendente dello spazio e sull’AAA. Il nostro messaggio rimane:
RIVOLUZIONARI! UNO SFORZO ANCORA PER DIVENTARE ASTRONAUTI AUTONOMI!
[N. B. Scritte a caldo dopo la conferenza, queste righe non rappresentano che una prima risposta alle critiche che ci hanno mosso i Men in Red. Ricordiamo quindi che la loro brevità e la loro benevolenza non vanno assolutamente intese come definitive: alcune sezioni italiane di AAA stanno elaborando una critica delle posizioni dei Mir molto più articolata e circostanziata, che sarà disponibile in forma telematica o cartacea già mentre leggete queste righe. Tenete dunque le antenne dritte e gli occhi aperti.]
La sessione di addestramento per il Rave in Space è cominciata a mezzanotte. Tre ambienti erano destinati alla musica, e molti altri ospitavano discussioni, bevute e altri modi di ristorazione.
La Rave in Space Room accoglieva i gusti più estremi. I DJ parigini dell’AAA Overtkill, Le Lascar, Golgoth e The Liner hanno freneticamente torturato la dancehall con scariche abrasive di rumore puro, frequenze e breakbeats. Si è anche fatto apprezzare un live set convulsivo di Amiga-core in 8-bit da parte di XKV8.
Londra era ben rappresentata dalla Society of Unknowns, con una selezione che comprendeva drum’n’noise e tech-step. A sorpresa, si è ammirato anche un numero imprecisato di Boris Karloff e DJ Jackal, che hanno avuto la possibilità di suonare alcuni estratti dall’imminente cofanetto della Hammer House of Horror.
AAA Bologna ha proposto l’AntiAmbient Area, diffondendo techno sperimentale, speedcore ed electro, con la partecipazione di SpaceOddities- Cyberzombie 2000 (AAA Vienna) che hanno devastato la pista con i loro beats accellerati.
La sala drum ‘n’ bass (al mixer Mix the Lot) è stata disertata da alcuni delegati perché "troppo commerciale". Comunque ha radunato una massa critica di persone pronte a decollare e ha costituito una variazione dal martellamento di frequenze degli altri ambienti.
Nel corso del proseguimento della serata, molti dei partecipanti all’addestramento hanno sfidato la gravità. Alle 7 del mattino, coloro che erano rimasti sul pianeta terra avevano l’aria di aver passato un brutto momento durante le operazioni di rientro. Hanno partecipato più di mille persone, e la serata è stata considerata un successo da parte di tutti.
Ci siamo poi spostati in una stanza segreta nell’appartamento di un astronauta bolognese.
La partita di calcio a tre porte è stata doviziosamente giocata a dispetto del tempo insolitamente uggioso.
Un delegato di Inner City AAA è riuscito a battere ogni record di viscidità assoluta (be’, OK, mi ha imbrogliato), cambiando squadra almeno 5 volte. Abbiamo incoraggiato a prender parte al gioco alcuni passanti, ma a causa del clima e delle difficoltà linguistiche, non si è raggiunto il successo sperato.
Caffè e gelato hanno accompagnato la discussione dopo la partita. Alcuni di noi hanno discusso di sviluppare le potenzialità del calcio a tre porte usandolo in contesti che attirino persone non interessate (o incapaci a giocare) al calcio. Ci si è interrogati sul fatto che l’AAA venisse identificata soprattutto con la musica estrema - per futuri eventi si auspica un approccio di più ampio raggio. Questo ci ha naturalmente portato alla questione del luogo in cui si terrà la prossima conferenza. Nulla di certo, per ora, anche se stiamo esaminando le possibilità di Londra, Bretagna e Kazhakhistan. Alcuni delegati sono partiti per Vienna in serata, per partecipare all’evento "Information Terror" organizzato da Public Netbase.
La conferenza è stata un completo successo su molti livelli. Il concetto di un periodo di consolidamento si è dimostrato molto meno difficoltoso di quanto molti avessero pensato.
Nonostante ci si muovesse in molte direzioni contemporaneamente, i presenti si sono accordati su un buon numero di priorità, e si sono trovati bene insieme.
Abbiamo stabilito molti nuovi contatti, rafforzato i legami già esistenti e abbiamo concluso la conferenza pieni di nuove idee per il futuro.
Il nostro obiettivo primario è ora quello di intensificare il programma quinquennale per stabilire un network mondiale di gruppi locali su base comunitaria impegnati a costruire le proprie capsule spaziali. Siamo ormai oltre il mezzo del cammino, e il nostro successo ha superato le aspettative dei più lucidi tra i nostri sognatori. Non rimarremo sul pianeta terra, ingabbiati tra le sue anguste possibilità di sopravvivenza. Vogliamo tracciare nuovi sentieri, forgiare nuove possibilità di vita.
Lo sviluppo di comunità autonome a gravità zero è soltanto l’inizio. L’AAA si è annoiata delle città, e, realizzando che la vera vita è altrove, ha programmato gli strumenti di controllo per il cuore dello spazio interstellare.

Associazione Astronauti Autonomi