da "Time Out Roma"
Luglio-Agosto 1998 - pag.94

MIR - Men In Red
Rivista di ufologia radicale

a cura di Francesco Zardo

"Libertà per tutti i compagni alieni dissidenti detenuti nelle prigioni del pancapitalismo endoplanetario". Questo auspicio apre una di quelle iniziative pirata che, a colpi di fanzine e numeri unici, costituiscono un patrimonio fra i più vitali della nostra letteratura d'oggi. Grazie a MIR apprendiamo che non solo l'Alien Nation esiste ed è presenza cospicua sul nostro pianeta, ma essa è in rapporto con la "sedicente diplomazia terrestre" e tende a impedire il "contattismo autonomo" di alcuni alieni dissidenti i quali, infedeli alla prima direttiva (o codice galattico: non interferire con le culture non sviluppate), tentano di mettersi in contatto "con i terrestri e altre civiltà in cui la barbarie del capitalismo-spettacolare rischia di prendere il sopravvento definitivo".
In un'epoca nella quale di un scrittore siamo costretti a sapere tutto, dal conto in banca al colore dei mutande che porta, devono essere benedette operazioni come questa, in cui la scrittura si propone in forma altruisticamente anonima, pseudonima, crittata, e si pone il colto obiettivo di mettere in discussione l'immaginario stesso e dargli un assestamento.
Controcultura della controcultura insomma. Se operazioni del genere applicate alla circostanza politica risultano troppo spesso verbose o comunque non interessanti, sono invece totalmente produttive quando si dirigono verso il mondo dell'arte, della cultura e, come in questo caso all'universo della suggestione. Scoprirete con MIR, al dunque che gli americani, nel '69, non sono andati sulla luna, per esempio, ma era una montatura. E poi tutto un mondo alieno rissoso e intrecciato con il "pancapitalismo endoplanetario". Incantevole.