da "Musica" di Repubblica
7 Maggio 1998 - pag.29

Spazio autogestito
Astronauti indipendenti

di Michele Pompei

Bologna, pianeta Terra, anno quarto del piano quinquennale, fase del consolidamento. La seconda Conferenza intergalattica delle Associazioni degli Astronauti Autonomi e' riunita per fare il punto della situazione prima "dell'attacco finale" previsto per l'anno Duemila. Relatori provenienti da Francia, Inghilterra, Austria e Italia ripercorrendo le tappe che hanno portato gli Astronauti Autonomi a progettare una nuova era di esplorazione spaziale, una sfida aperta ai monopoli statali, militari e corporativi che fino ad oggi hanno "impedito alle masse un libero accesso agli spazi siderali". Un network mondiale di Associazioni sparse per il pianeta e' ormai pronto ad attivare rampe di lancio e spedire fuori orbita le capsule appositamente costruite dai propri affiliati.
"Solo coloro che tentano l'impossibile, raggiungeranno l'assurdo", e' il motto che risuono' la prima volta in un hangar clandestino a Londra in un giorno dell'aprile 1995. Science fiction? Provocazione dadaista? Antagonismo interplanetario? Forse tutte queste cose insieme: la II Conferenza Intergalattica, celebrata al Link di Bologna, ha sancito i principali obiettivi delle A.A.A. alla presenza di un pubblico di curiosi, in un atmosfera piu' simile a quella di un collettivo politico che a quella di un brain storming di una qualsivoglia agenzia spaziale. Si punta alla pianificazione di programmi indipendenti di esplorazione dello spazio, all'organizzazione di rave parties fuori orbita e alla promozione di studi e ricerche sul sesso a in assenza di gravita'.
Tra gli intervenuti si segnala quello di una agguerrita biondina viennese, Lola Chanel, che nel suo intervento "Tette nello spazio" incita il pubblico a sostenere la battaglia per le donne astronaute, ricordando le principali figure femminili che dai tempi di Babilonia ad oggi hanno fornito importanti contributi ai progressi dell'astronomia e dell'astronautica.
L'atmosfera si surriscalda quando a prendere la parola e' un giocane esponente del MIR (Men in red), "cellula dissidente" del network delle A.A.A. [Dove l'avra letta una cazzata simile? Il MIR non fa parte, neanche in maniera dissidente, di alcun network astronautico] : volano accuse di riformismo all'indirizzo dei relatori, gli Astronauti Autonomi vengono invitati a sostenere la lotta contro il pancapitalismo scatenado la rivoluzione sulla terra a fianco degli alieni e ad abbandonare i progetti di esplorazione spaziale su navicelli artigianali: al grido di "Ufo al popolo" i lavori vengono temporaneamente sospesi. Per chi volesse approfondire l'argomento suggeriamo la lettura del primo numero della fanzine pubblicata dagli uomini in rosso (per contatti: mir@tuttocitta.it) in cui si profila uno scenario inquietante dove i servizi segreti di grandi potenze (i Men in Black) "gestiscono, manipolano e insabbiano informazioni relative agli UFO, arrivando persino all'abbattimento di oggetti volanti con lo scopo di depredare l'alta tecnologia degli alieni" [l'uso infame delle virgolette mette in bocca al MIR cazzate mai dette ne pensate da alcun ufologo radicale] .
Il giorno dopo, alcuni Astronauti Autonomi, reduci dal rave party spaziale (organizzato sulla terra) partecipano ad una seduta di addestramento, in una atmosfera piovosa e surreale alla Ecce Bombo, cimentandosi in una partita di calcio a tre porte con tre squadre che si affrontavano, alcuni giocatori con cappotto indosso e scarpe da tennis ai piedi, su di un campo esagonale, imperscrutabile specialita' psico-sportiva concepita per allenare i futuri Astronauti Autonomi ad affrontare le impegnative trasferte intergalattiche. Da segnalare, tra le tante curiosita' offerte dei convegni, l'iniziativa della "XXX Prize Foundation", che ha messo in palio un miliardo di lire al primo team di cosmonauti che, "in coppia o in gruppo", riusciranno a provare con documentazioni video ad aver consumato un rapporto sessuale su una navicella in assenza di gravita'. La fondazione garantisce che l'ebbrezza procurata da posizioni erotiche impossibili da praticare sotto il giogo della forza gravitazionale, vale, oltre al premi in denaro, la fatica ed il rischio di un amplesso in un'alcova lanciata nello spazio.
Riusciranno un giorno le masse ad emigrare dalla Terra a bordo di capsule autoprodotte ed autogestite e puntare verso mete lontane nelle profondita' dello spazio? Diceva Amleto: "Ci sono piu' cose tra cielo e terra, Orazio, di quante non ne possa comprendere la tua immaginazione". Questo, in fondo, potrebbe essere il nuovo motto dei coraggiosi e fantasiosi Astronauti Autonomi.