Bologna, pianeta Terra, anno quarto del piano quinquennale, fase del
consolidamento. La seconda Conferenza intergalattica delle Associazioni degli
Astronauti Autonomi e' riunita per fare il punto della situazione prima
"dell'attacco finale" previsto per l'anno Duemila. Relatori provenienti da
Francia, Inghilterra, Austria e Italia ripercorrendo le tappe che hanno portato
gli Astronauti Autonomi a progettare una nuova era di esplorazione spaziale,
una sfida aperta ai monopoli statali, militari e corporativi che fino ad oggi
hanno "impedito alle masse un libero accesso agli spazi siderali". Un network
mondiale di Associazioni sparse per il pianeta e' ormai pronto ad attivare
rampe di lancio e spedire fuori orbita le capsule appositamente costruite dai
propri affiliati.
"Solo coloro che tentano l'impossibile, raggiungeranno l'assurdo", e' il motto
che risuono' la prima volta in un hangar clandestino a Londra in un giorno
dell'aprile 1995. Science fiction? Provocazione dadaista? Antagonismo
interplanetario? Forse tutte queste cose insieme: la II Conferenza
Intergalattica, celebrata al Link di Bologna, ha sancito i principali obiettivi delle
A.A.A. alla presenza di un pubblico di curiosi, in un atmosfera piu' simile a
quella di un collettivo politico che a quella di un brain storming di una
qualsivoglia agenzia spaziale. Si punta alla pianificazione di programmi
indipendenti di esplorazione dello spazio, all'organizzazione di rave parties
fuori orbita e alla promozione di studi e ricerche sul sesso a in assenza di
gravita'.
Tra gli intervenuti si segnala quello di una agguerrita biondina viennese, Lola
Chanel, che nel suo intervento "Tette nello spazio" incita il pubblico a
sostenere la battaglia per le donne astronaute, ricordando le principali figure
femminili che dai tempi di Babilonia ad oggi hanno fornito importanti contributi
ai progressi dell'astronomia e dell'astronautica.
L'atmosfera si surriscalda quando a prendere la parola e' un giocane
esponente del MIR (Men in red), "cellula dissidente" del network delle A.A.A.
[Dove l'avra letta una cazzata simile? Il MIR non
fa parte, neanche in maniera dissidente, di alcun network astronautico]
: volano accuse di riformismo all'indirizzo dei relatori, gli Astronauti
Autonomi vengono invitati a sostenere la lotta contro il pancapitalismo
scatenado la rivoluzione sulla terra a fianco degli alieni e ad abbandonare i
progetti di esplorazione spaziale su navicelli artigianali: al grido di "Ufo al
popolo" i lavori vengono temporaneamente sospesi. Per chi volesse
approfondire l'argomento suggeriamo la lettura del primo numero della fanzine
pubblicata dagli uomini in rosso (per contatti: mir@tuttocitta.it) in cui si profila
uno scenario inquietante dove i servizi segreti di grandi potenze (i Men in
Black) "gestiscono, manipolano e insabbiano informazioni relative agli UFO,
arrivando persino all'abbattimento di oggetti volanti con lo scopo di depredare
l'alta tecnologia degli alieni"
[l'uso infame delle virgolette mette in bocca al MIR
cazzate mai dette ne pensate da alcun ufologo radicale]
.
Il giorno dopo, alcuni Astronauti Autonomi, reduci dal rave party spaziale
(organizzato sulla terra) partecipano ad una seduta di addestramento, in una
atmosfera piovosa e surreale alla Ecce Bombo, cimentandosi in una partita di
calcio a tre porte con tre squadre che si affrontavano, alcuni giocatori con
cappotto indosso e scarpe da tennis ai piedi, su di un campo esagonale,
imperscrutabile specialita' psico-sportiva concepita per allenare i futuri
Astronauti Autonomi ad affrontare le impegnative trasferte intergalattiche.
Da segnalare, tra le tante curiosita' offerte dei convegni, l'iniziativa della "XXX
Prize Foundation", che ha messo in palio un miliardo di lire al primo team di
cosmonauti che, "in coppia o in gruppo", riusciranno a provare con
documentazioni video ad aver consumato un rapporto sessuale su una
navicella in assenza di gravita'. La fondazione garantisce che l'ebbrezza
procurata da posizioni erotiche impossibili da praticare sotto il giogo della
forza gravitazionale, vale, oltre al premi in denaro, la fatica ed il rischio di un
amplesso in un'alcova lanciata nello spazio.
Riusciranno un giorno le masse ad emigrare dalla Terra a bordo di capsule
autoprodotte ed autogestite e puntare verso mete lontane nelle profondita'
dello spazio? Diceva Amleto: "Ci sono piu' cose tra cielo e terra, Orazio, di
quante non ne possa comprendere la tua immaginazione". Questo, in fondo,
potrebbe essere il nuovo motto dei coraggiosi e fantasiosi Astronauti
Autonomi.