Intervento letto da K del MIR al VI Simposio Internazionale di Ufologia di San Marino il 4 Aprile


UFO AL POPOLO


Ormai da almeno un ventennio la strategia e la sorte dell’ufologia mondiale è decisa da sedicenti centri ufologici nazionali che ogni anno si danno appuntamento in più parti del pianeta per pianificare le estetiche e le suggestioni da dare in pasto ad una stampa che sopravvive ormai solo grazie ad eventi ad alta carica emotiva e spettacolare.
L’UR come movimento di base si oppone a questa gestione verticista e spettacolare del fenomeno UFO. L’UR ritiene, infatti, che la ipervalorizzazione della singola manifestazione UFO, così come essa è divenuta centro d’interesse dell’ufologia di stato, non serva ad altro che a ripristinare la logica consumistica propria del capitale impegnata nella promozione pubblicitaria del feticcio tecnologico. In questo senso, riviste come "UFO" e "Notiziario UFO" nella loro squallida serialità ci appaiono come le succursali esotiche dei ben noti opuscoli della pubblicità postale. Operando a riconferma del modello di dominazione pancapitalista di Terra, l’ufologia di stato si fa garante nel perpetuare la matrice terrestrecentrica di gestione intensiva del pianeta. In questo senso, noi pensiamo vada profondamente riconsiderato il monito di Jacques Vallée che affermava che "gli UFO possono essere intesi come congegni in grado di creare una distorsione della realtà del testimone"; e che essi lo facciano "con uno scopo preciso, vale a dire per proiettare immagini o scene precostituite allo scopo di modificare i nostri sistemi di fiducia". In questo senso, l’UR ha più volte sostenuto come la logica di valorizzazione della merce insita nella gestione spettacolare dell’evento UFO vada a discapito di una più complessiva trasformazione antropologica e culturale dei paradigmi terrestri, precondizione necessaria, questa, alla realizzazione delle condizioni di base per un eventuale primo contatto.
La gestione burocratica ed endoplanetaria dell’ufologia in merito ai problemi relativi ad un eventuale contatto è confermata anche qui, oggi, in questa sede, dal sistema d’alleanze a cui lufologia di stato si è asservita e che va dai vincoli con la nostrana aeronautica militare, agli onori riservati ai patetici residui psicofascisti dei servizi dell’intelligence statunitense. Ma quello che l’UR più complessivamente si trova a criticare è la ceca adesione dell’ufologia di stato, in italia soprattutto ad opera del CUN, all’ esplicite pratiche di debunking reciclatesi sotto il tranquillizzante concetto di rivelazionismo. Come non accorgersi, infatti, che il rivelazionismo è solo l’ultima e più collaudata forma di simulazione del capitale per celare le proprie contraddizioni interne? D’altro canto, perché aspettarsi un antagonismo dei centri ufologici rispetto al rivelazionismo quando attraverso esso, questi sperano di essere finalmente cooptati dal paradigma scientista? L’UR si chiama fuori dal circolo perverso innescato dal servilismo alle ragioni di stato, da una parte, e dai complessi d’inferiorità degli ufologi rispetto alla scienza, dall’altra.
Ormai da anni l’ufologia di stato si è totalmente compromessa nella gestione camuffatoria e spettacolare di un paradigma evoluzionista che sostiene implicitamente l’ipotesi dell’inconsistenza extraterrestre facendosi, in questo modo, artefice di un blocco delle possibilità esplorativo-prefigurative in tema d’autodeterminazione interspecifica della specie umana. In questo modo, la riflessione e il potenziale trasformativo insito nell’ufologia sono implosi intorno al degradante ruolo di contatori di luci non identificate nel cielo.
Al contrario di questo putrescente cadavere, l’UR si muove in una nuova prospettiva (I) essa sostiene che se l’ipotesi dell’inconsistenza extraterrestre fosse un giorno verificata, da ciò l’UR non avrebbe nulla da perdere perchè la sua lotta contro il pancapitalismo continuerebbe sempre sul piano dell’esoplanetarismo, ovvero sul piano di una cognitività metaterrestre come strategia antagonista ad altissima connettibilità con l’alterità: l’UR, infatti, non è mai attendista o avventista, ma radicalmente rivoluzionaria; (II) l’UR conosce bene il potenziale rivoluzionario della sensibilità ufologica, e sa che con o senza alieni la sua strategia politica autonoma ha già devastato il pachidermico regime delle ideologie endoplanetarie ed ecofasciste.
L’UR combatte per la fine di tutti i centri in particolar modo quando essi rappresentano il lato spettacolare, con il CUN, e quello scientista, con il CISU. Alla politica dei centri l’UR contrappone l’audeterminazione evolutiva da ricercarsi attraverso la pratica politica dell’ufologia autonoma.